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Un migliaio di persone a Busseto per una serata che ha costituito un autentico evento

Un “Requiem” raccolto e “vero”

Stupefacente interpretazione del tenore Carlo Bergonzi, Gandolfi ha diretto la “Toscanini

 

di: Vincenzo R. Segreto

Martedì 26 agosto 1997

 

Serbiamo ancora come un ricordo di quelli da non perdere l’ultima volta che abbiamo avuta l’occasione di ascoltare Carlo Bergonzi a Busseto: sono passati più di dieci anni, l’opera era la Luisa Miller. Una sera d’estate di quelle stellate della bassa, la più adatta tra tutte le scenografie d’opera a fare da sfondo alla sublime semplicità della melodia di «Quando le sere al placido». Più che interpretare quella romanza, Carlo Bergonzi la fece rivivere, a me ed agli altri fortunati spettatori di quella sera, come se quelle note già tante volte sentite risuonassero per quella volta come nuove, cariche di significati che non sapevamo, o non ricordavamo, e che il suo canto ci esponeva con quella giustezza, quella semplicità che è dei grandi interpreti.

Ci scusi il lettore se per parlare di un concerto di due sere fa prendiamo una rincorsa così lunga: ma per noi che la scorsa sera ci siamo recati a Busseto, assieme a mille e più altri, ad ascoltare la Messa da Requiem di Verdi diretta da Gandolfi con la partecipazione di Carlo Bergonzi, è come se da quella sera non fossero passati undici anni, ma fosse stata la sera prima, tanto fresco era ancora il ricordo. E ci scusino gli altri valorosi interpreti se abbiamo dedicato l’apertura della nostra cronaca solo al grande tenore che con questo nuovo concerto celebrava i cinquant’anni della sua inimitabile carriera: un festeggiamento il suo che sembra sospendere le leggi del tempo e che seppur è stato vissuto sui più prestigiosi palcoscenici del mondo, crediamo che la scorsa sera nella Piazza Verdi di Busseto abbia toccato uno dei momenti più importanti e fortemente sentiti.

L’occasione era quella dell’esecuzione della Messa da Requiem di Verdi nell’ambito della nuova iniziativa organizzata dalla Fondazione Arturo Toscanini assieme a molte altre istituzioni e denominata «II Po. Festival musicale nell’ambiente del grande fiume»; Requiem che come detto vedeva Romano Gandolfi alla guida dell’Orchestra «Toscanini» e del Coro del Teatro Regio di Parma (Maestro del Coro Marco Faelli) con Carlo Bergonzi nella duplice veste di tenore e di docente di canto dei corsi da cui provenivano i giovani cantanti che completavano la distribuzione di questo concerto, il soprano Jean-So-eun Serenelli, il mezzosoprano Patrizia Santelmo ed il basso Un-Boung Ro.

Opera per molto tempo quasi dimenticata dalla programmazione concertistica, e che d’altra parte ha vissuto un non breve periodo di scarsa considerazione sia tra il pubblico che tra gli studiosi, il Requiem di Verdi vive invece in questi anni un vero e proprio momento di grazia: sempre più eseguito, sempre più apprezzato sia dagli interpreti, a cominciare dai più famosi direttori d’orchestra, che dal pubblico di tutto il mondo, questo

 


Data di creazione: 03/04/2005
Data di modifica: 03/04/2005
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