CERIMONIA IL TENORE DI CASA NOSTRA «INCORONATO» DAI FRANCESI. TRA I FANS, ANCHE AZNAVOUR

Cannes, premio alla carriera per Bergonzi

di Elena Formica

«Conosciuto come uno dei più raffinati tenori del secondo Dopoguerra, sempre orgoglioso di essere nato nella terra di Verdi, Carlo Bergonzi ha avuto una delle più lunghe e fulgide carriere tra i cantanti d'opera degli ultimi 60 anni». Con questa motivazione il grande Carlo Bergonzi ha ricevuto a Cannes il prestigioso Lifetime Achievement Award del Midem (Marché International du Disque et de l'Edition Musicale), straordinario premio alla carriera che si aggiunge al Gramophonès Lifetime Achievement Award di cui l'artista è stato insignito a Londra nel 2000, quando venne proclamato «principe fra i tenori e miglior tenore verdiano del secolo». Due premi così: un'abbinata sorprendente, unica. «Sì - commenta Bergonzi -, la mia carriera è durata 53 anni, ma questo stupisce gli altri, non me. V'è da chiedersi piuttosto come io abbia fatto a passare da baritono a tenore in soli tre mesi e studiando da solo. Questo sì che è un miracolo!». Il riconoscimento del Midem è stato consegnato al Maestro dal tenore Jonas Kaufmann. Interminabile la «standing ovation» al Palais des Festivals: un quarto d'ora di applausi, duemila persone in piedi, tra i«fans» Charles Aznavour. Per la gioia dei melofili stamattina è in programma su Canale 5, nell'ambito della trasmissione «Loggione» di Vittorio Testa, una splendida testimonianza di Bergonzi come Rodolfo nella Bohème (ore 8,50); il Maestro, frattanto, ha già ripreso a tenere i suoi corsi all'Accademia Verdiana di Busseto. Ma qual è stato il rapporto di Bergonzi con l'industria discografica? «Non ho mai voluto agenti - risponde il tenore - quindi registravo i dischi perché a invitarmi erano i grandi direttori. Anche la Callas, per incidere Tosca, ha voluto me. Io però non ero mai libero, così il Metropolitan ha spostato di 15 giorni "Aida" e "Trovatore" affinché potessi registrare l'opera. Il cartellone del teatro era già stato pubblicato, i biglietti tutti venduti. Ma il Met, allora, fece questo per me».